Il turismo invernale
Durante la stagione invernale da dicembre 2018 a marzo 2019, nella Francia continentale la presenza di turisti all’interno di alberghi e di altre strutture ricettive è diminuita del 2,1% rispetto all'inverno precedente: i pernottamenti dei turisti non residenti sono calati del 3,9% e si è notato anche un calo (anche se più contenuto) dei pernottamenti dei turisti residenti.
Le zone maggiormente visitate sono le aree urbane, soprattutto l’Île-de-France. Tuttavia, è importante puntualizzare che anche se queste zone sono state le favorite dai turisti, Parigi e la sua regione hanno attirato meno turisti a differenza degli anni precedenti, probabilmente in connessione con il movimento sociale dei gilet gialli e per l'assenza del fine settimana di Pasqua.
Meno dinamico è stato anche il flusso turistico presso gli impianti sciistici. La mancanza di neve ad inizio stagione ha indubbiamente penalizzato gli operatori turistici. Tuttavia, anche a gennaio, febbraio e marzo nonostante le condizioni di neve adeguate le presenze sono rimaste basse.
Il settore alberghiero ha avuto una lieve flessione grazie ai turisti provenienti dall’estero. Per quanto riguarda le altre strutture ricettive, hanno risentito dell’assenza di turisti sia residenti che non residenti.
Ci sono state due regioni che hanno avuto un forte aumento dei pernottamenti: la Corsica (con un turismo invernale modesto) e la Normandia. Queste due regioni hanno beneficiato del fascino della loro costa. Il turismo, sia invernale che estivo, è stato comunque relativamente stabile nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e in Bretagna. Il buon andamento del turismo costiero ha compensato il calo dei pernottamenti nelle aree urbane e nei comprensori sciistici.

Il turismo estivo
Nel 2019 nella Francia metropolitana il turismo estivo degli alloggi collettivi turistici è aumentato del 2,2% rispetto al 2018.
Secondo i dati dell’INSEE (Institut national de la statistique e des études économiques), nell’anno prima dell’inizio dell’epidemia, la crescita è stata sostenuta dalla clientela residente, mentre la presenza dei non residenti è rimasta stabile. I turisti preferivano alloggiare nei campeggi e in altre strutture ricettive piuttosto che negli alberghi.
Per quanto riguarda il turismo estivo nell’Île-de-France, c’è stato un lieve aumento (+0,3%) rispetto alle due estati precedenti. Fortunatamente l’aumento dei turisti residenti è riuscito a compensare il calo dei pernottamenti dei non residenti, anche se di poco.
L'attività turistica è cresciuta in modo più marcato invece, nelle aree urbane provinciali (+ 2,7%), e tutte le tipologie di strutture ricettive hanno beneficiato di questo aumento. Essendo gli alloggi nelle aree urbane provinciali meno frequentati dai turisti non residenti rispetto a quelli dell'Île-de-France, ovviamente risentono meno dei cambiamenti nel comportamento di questa tipologia di turisti.
Le coste occidentali e settentrionali godendo di condizioni meteorologiche molto favorevoli hanno rappresentato le mete più favorite. Infatti, nel 2019, la frequenza estiva sulle coste è aumentata del 2,1% rispetto all’anno prima.
Dinamica è stata la presenza sull'Atlantico (+ 3,3%), sul litorale bretone (+ 4,4%) e soprattutto sulle coste della Normandia e della Francia settentrionale (+ 8,9%). La costa mediterranea al contrario ha avuto un calo del numero dei pernottamenti (-0,5%). L’estate 2019 è stata caratterizzata da un clima caldo persistente e questo può aver indotto alcuni turisti estivi a preferire mete più fresche.
Le presenze dei turisti provenienti dal Regno Unito e dai Paesi Bassi sono diminuite, al contrario delle presenze di turisti dalla Spagna e dalla Germania.
